pagella
immagine dal web
Quando ero bambina attendevo con ansia il momento della consegna delle pagelle.
Ansia e terrore perché, nonostante fossi una scolara brava e diligente, per mio padre non era mai abbastanza. Anche quando prendevo OTTIMO per lui avrei sempre potuto fare di più, perché non mi impegnavo quanto avrei potuto.
Chissà perché invece mio fratello faceva il minimo indispensabile, portava a casa una SUFFICIENZA risicata e si prendeva pure la pacca sulla spalla. E sì, perché per lui era una grande conquista.
Probabilmente mio fratello aveva dei problemi mentali di cui però io ero all’oscuro, quindi era giusto giustificare tutte le insufficienze che prendeva.
Ora che sto dall’altra parte, posso immaginare
che le intenzioni di mio padre fossero buone, almeno nei miei confronti, in quelli di mio fratello un po’ meno. Penso che mio padre, a modo suo, volesse spronarmi a fare sempre meglio, a non accontentarmi di fare le cose bene, quando le avrei potute fare in modo eccellente. Ma questo, se oggi da una parte mi lusinga per la fiducia che voglio credere che avesse in me, dall’altra ha sicuramente contribuito a far crescere una bambina nell’insicurezza e con l’autostima ai minimi termini.
L’esperienza insegna e oggi con le mie figlie ho voluto seguire una corrente di pensiero ben diversa.
I figli devono essere incoraggiati, sostenuti e gratificati, affinché possano diventare degli adulti sereni e consapevoli del loro valore. Degli adulti che amino loro stessi e che credano nelle loro capacità.
Non ci sono delle regole per accrescere l’autostima del proprio bambino, però credo che si possano adottare degli accorgimenti per aiutarlo ad avere fiducia in se stesso.
Tornando alla scuola, per esempio, penso che per partire con il piede giusto, non si debba farla vedere ai bambini come un tribunale dove verranno giudicati. La scuola non è fatta solo di doveri finalizzati a un voto. La scuola è il piacere di ascoltare, apprendere e mettere in pratica gli insegnamenti ricevuti. Il voto ha solo lo scopo di indicare il livello di conoscenza di un determinato argomento, non di giudicare la bravura o l’intelligenza del bambino in senso assoluto.
Siamo alla fine del nostro primissimo quadrimestre scolastico e il percorso è stato sempre in discesa.
Ovviamente la soddisfazione che prova un genitore nello sfogliare quaderni pieni di BRAVA, BRAVISSIMA, OTTIMO e addirittura COMPLIMENTI!, non ha prezzo ed è giusto esternarla ai propri figli che di riflesso si sentiranno fieri per il risultato ottenuto.
E’ bellissimo quando all’uscita da scuola le mie bambine mi corrono incontro e sono ansiose di condividere con me gli ultimi voti ricevuti, e a volte mi piace viziarle con delle piccole ricompense.
Ma è bello anche rivedere insieme gli errori, capire dove si è sbagliato e perché. Con molta serenità perché è importante che capiscano che si può anche inciampare e cadere, ma poi ci si rialza, si riprova e si va avanti.
Domani arriveranno anche le prime pagelle e sto vivendo l’attesa come se fossi la scolaretta di trent’anni fa, mentre le mie bambine non hanno ancora ben realizzato di cosa si tratti. Ma va bene cosi’.
Spero che col tempo questo nostro approccio venga apprezzato sempre di più dalle nostre figlie e che possa essere uno stimolo per loro a fare sempre meglio.
Ma se non dovesse essere così e se per caso si dovessero sentire autorizzate a vivere la scuola e i doveri con leggerezza e superficialità, “perché tanto la mamma e il papà non si arrabbiano”, ci sarà il papy lì in agguato, pronto a ricordare loro che dopo le pagelle, arriva il loro compleanno…ma non necessariamente il regalo!!

4 Comments

  1. Anch'io avevo una mamma che non era mai felice del voto che prendevo, che frustrazione per me!
    Con mio figlio MrD ho fatto il contrario e lui si è adagiato sul fatto che non lo spronavo…qual'è l'atteggiamento giusto? A Settembre inizia la scuola Primaria Miciomao…cambierò ancora metodo, una via di mezzo, forse andrà meglio!

  2. giusto, il momento delle pagelle non deve essere vissuto con ansia, io faccio come te, lo incoraggio, gli dico quanto sono fiera quando le cose vanno bene, e cerco di stargli accanto per fargli capire l'importanza, prima ancora del voto, dell'impegno…

  3. non è sempre facile perché i bambini stessi arrivano a casa già con la convinzione che il voto sia la cosa più importante…dipende molto anche da cosa sentono dire dagli altri (compagni, insegnanti…)

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