Questa non è una recensione del film i Puffi 2 ma è lo sfogo di una babbiona che ha portato le figlie settenni al cinema e ha avuto una grande nostalgia della propria infanzia. Ed è pure tornata a casa con qualche complesso in più nelle tasche…
Mi ricordo che da bambina tutte le sere alle 20:00 c’era l’appuntamento con i Puffi.
Ho visto tutte le serie e mi ricordo a memoria tutte le sigle, da quella dei Puffi che ” sono alti suppergiù due mele o poco più…” a quella dei Puffi “che sanno sempre rispettare la natura…”.
Ogni puntata iniziava con la-la-lalalla-là la-lalalla-làààààà e finiva con il povero Quattrocchi che veniva lanciato in aria con un missile e si schiantava per terra di testa.

La trama era sempre la stessa: lo sfigato stregone Gargamella cercava di catturare i Puffi per mangiarseli con un contorno di patate. Mai riuscito.
I Puffi sono colpevoli di avermi confuso le idee sulle proporzioni: se erano alti due mele o poco più, come cavolo facevano a vivere in un fungo? E perché invece i Puffi giocattolo erano alti meno di una mela?
In principio i Puffi erano 99, ma per qualche strano motivo ballavano la danza dei 100 Puffi. Poi si sono aggiunti Puffetta, nonno Puffo, i Puffolini, baby Puffo e alcuni dispersi. Sono arrivati a quota 165 ma la danza è rimasta dei 100 Puffi.
A proposito di Puffetta, faceva tanto la fashionista, ma i suoi outfit erano piuttosto banali e monotoni!
Ogni Natale andava in onda il filmone “Il flauto a sei Puffi” ma non ho mai capito cosa c’azzeccasse con il Natale. Ho anche comprato il DVD del film alle mie figlie, che poi si sono lamentate perché i colori erano talmente sbiaditi che pensavano che ci avessero venduto un DVD difettoso.
Non avendone ancora abbastanza, nonostante i miei trentaquattro ventinove anni suonati, nel 2011 ho portato le gemelle al cinema a vedere il film in 2D prodotto dalla Sony Pictures Animation e non potevamo mancare neppure all’appuntamento di quest’anno con una versione dei Puffi e di Gargamella decisamente più tecnologica.
Il bizzarro stregone che ripassa il suo diabolico piano su un tablet e i Puffi che puffavano le foto su Puffbook forse hanno perso un po’ della loro genuinità e della loro vera essenza, ma hanno permesso alla Sony di farsi un altro po’ di pubblicità: chi ha visto il film “sa” che il tablet della Sony rimane intatto anche se viene lanciato giù dalle scale.
Ho precisato alle mie figlie che le cose non sono sempre come sembrano. Loro mi hanno detto che io invece sembro proprio Puffetta. Strano. Io cambio outfit ogni giorno…

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