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Twintervista a Carminella, mamma di quattro gemelli

Se la nascita di un figlio è un evento meraviglioso, che porta immensa felicità ai neogenitori, l’arrivo di due o più gemelli può solo amplificare le emozioni.
Anche se per alcune di noi l’annunciazione dei gemelli è stata uno shock, anche se più si avvicina il giorno del parto e più siamo assalite da mille dubbi e da una grande paura, anche se ci mettiamo sempre in discussione più delle altre mamme, ogni giorno troviamo la forza di vivere (e affrontare) l’avventura della gemellitudine.

Lo sa bene Carminella, mamma di quattro gemelli quasi diciottenni, che ha dato alla luce quando aveva solo 23 anni. E’ una super mamma che, nonostante il carico di lavoro quadruplo, ha affrontato con serenità e con la forza dell’amore ogni fase della loro crescita…

Come avete reagito quando avete scoperto di aspettare quattro gemelli?

Quando abbiamo fatto la prima ecografia, essendo ancora due ragazzini (io 23 anni e lui 24) avevamo i soldi contati in tasca.
Il medico mi fece sdraiare e mi fece la solita domanda “signori miei, ci sono gemelli nelle vostre famiglie?” e io “sì, sì, nella mia sì”. Mio marito assente con lo sguardo.
“Allora ragazzi vedo che sono gemelli”
E io “ooooh! che bello gemelli! che felicità!!”
“Signora, ma forse sono 4”
“Come scusi?”
“Ne vedo tre sicuramente però nulla toglie per il quarto”
Si gira verso mio marito, che era sempre assente con lo sguardo, e gli fa cenno con la mano “4” . Lui era in apnea, zitto, non rispondeva. E mentre il medico si allontanò, lui gli chiese
“Ci vogliono altre 40 mila lire per l’eco?”
Io stavo per svenire e il medico gli disse “capisco che lei se ne voglia uscire con pochi spicci, ma sono 4 bimbi. Auguri!!
Lui, tutto rosso, finalmente aveva capito e ci siamo baciati e abbracciati.
Tutti lì ridevano. Quando siamo usciti si era già sparsa la voce.
Dalla seconda ecografia in poi si videro solo tre bimbi. Il medico disse che il quarto era rimasto tutto il tempo dietro ai fratellini e che neanche il più bravo ecografista lo avrebbe visto.
Arrivati a casa abbiamo fatto una cena con amici e parenti e abbiamo dato loro la notizia. Mia mamma svenne e ci stava… perché lei già sapeva quello che l’avrebbe attesa in futuro.

Com’è stata la gravidanza?

La mia gravidanza spiritualmente è stata magnifica. Ricordo ancora tutto. Non mi interessava del male fisico, della mia trasformazione giorno dopo giorno. Prima pesavo 47 kg e venivo chiamata a fare sfilate e foto per pubblicità, dopo pochi mesi mi sono trasformata ma allo specchio mi vedevo bellissima, perché avevo la vita che mi stava crescendo dentro. E’ stato un periodo bellissimo…sentire i bambini che si muovevano,  i loro battiti…
In tutta la gravidanza non mi sono mai lamentata, parlavo con loro, gli facevo vedere i cartoni animati attraverso i miei occhi, ascoltare la musica, la sveglia, 
insomma credo fermamente che fossimo già in sintonia. Quando avevo le nausee gli parlavo, dicevo “adesso la mamma si riprende e andiamo a guardare nuovamente i cartoni” e ad ogni finale io puntualmente mi commovevo. Del resto non mi ricordo nulla: se fossi grassissima o meno, se facessi fatica ad andare in bagno… insomma questo era superfluo per me.

Ci racconti il giorno del parto?

Il 13 agosto 1998, giovedì, alle ore 13:45 arrivarono i dolori. Ero al settimo mese di gestazione e il mio pensiero era di sopportare il dolore per salvaguardare i bimbi. Non sapevo come si sarebbe svolto il parto ma intanto mi feci una doccia, da pazza perché in bagno non ci andavo più da sola da molto tempo, perché avrei potuto scivolare. Ma ero una bimba e non capivo…
Dovevo arrivare a Catania ma non entravo in nessuna macchina dei miei parenti. Ora dico “ma un’ambulanza no eh?!”… a nessuno venne in mente e non so come sia riuscita a entrare nella Fiat Tipo rossa di mio zio arrivato d’urgenza per farmi trovare una macchina più comoda possibile.
Quando finalmente arrivammo in ospedale si ricominciò: niente sedia a rotelle per me perché non ci entravo, niente barella perché non potevo salirci e comunque i medici non volevano che nessuno mi toccasse perché potevano far male ai bimbi. La pancia si muoveva in modo impressionante e io alla fine sono andata a piedi fino al terzo piano. Arrivati in reparto erano tutti in  subbuglio: per il mio parto i medici discutevano tra di loro perché avrebbero voluto ritardare la nascita ma i bimbi ormai avevano deciso.
Finalmente all’1:45 di notte, eccoli! La dottoressa che mi seguiva mi raccontò che dopo che uscirono i tre bimbi spuntò a sorpresa il piedino del piccolo Valentino. Non avevano parole neanche i medici. La dottoressa uscì a rassicurare tutti ma mia madre svenne nuovamente ?Nel frattempo un’infermiera passò con il quarto bimbo in braccio e disse a mio marito “pure questo è suo”. Mio marito dice che in quel momento si è sentito Pongo della Carica dei 101.

Quattro gemelli, diciotto anni fa, erano un evento raro… avete fatto notizia?

Infermieri e medici avevano avvisato la rete locale della nascita di quattro gemelli. Arrivarono subito dopo il parto, aspettarono fino al mio risveglio e, quando aprii gli occhi, erano tutti impazienti di vedere la mia reazione. Mi dissero “c’è un altro bimbo (il quarto)” ed io “E ora? Mi mancano i vestitini!!”. Telecamera puntata e via con l’intervista, della serie brutta e senza trucco, ma io mi vedevo bella, perché ero diventata mamma e per me niente era più bello di una mamma.
Restammo quindici giorni in ospedale. Mi fecero una trasfusione di sangue e vidi i miei figli di persona solo dopo quindici giorni. Li vidi prima in TV perché un infermiere, che mi vedeva piangere tutti i giorni, mi portò un piccolo televisore per farmeli vedere.
Quando i miei piccoli avevano un anno, guardavo su Rai Uno La vita in diretta e pensai di scrivere alla redazione per far conoscere a tutti la mia famiglia. Dopo pochi giorni vennero un paio di vigili per dirmi che il comune dava l’OK.
Quando arrivarono a casa, il paese era in festa, c’erano i vigili e le transenne, in poche parole avevo combinato un casino bellissimo. La giornalista arrivò in mattinata e pranzò con noi con tutta la troupe. Mi fecero mille complimenti per i bimbi, per la mia casa in ordine, per l’ospitalità… feci perfino la piega alla giornalista 😉  che mi guardava come se fossi un aliena perché avevo fatto anche torte e dolci.

Come ti organizzavi con 4 neonati? Li hai allattati?

All’inizio e stato un caos tra parenti e amici. Io ho capito subito quello che dovevo fare, cioè regole per tutti: chiunque volesse aiutarmi, poteva pulire casa, oppure stendere, ma ai bimbi pensavo io. Ero un uragano. Mia nonna mi ribattezzò maresciallo.
Andavano avanti a poppate, notte e giorno. Stavo sempre attenta all’orario e alla precisione assoluta. Mi appuntavo tutto.
Per quanto riguarda l’allattamento, io non ho avuto latte. Ho rischiato di morire durante il parto ed essendo stata molto debole non mi è mai arrivato. Questo mi faceva piangere molto perché avrei voluto tanto farlo.

Qual è stata la fase più difficile della loro crescita?

Non ho mai capito quale fosse esattamente la fase critica, e se c’è stata io non ho affrontato il nostro percorso pensandoci molto, perché mi sono goduta ogni momento.
Potrei dire quando iniziarono a camminare perché ì un po’ mi hanno scombussolata… perché non sapevano dove andare.
Forse perché noi eravamo troppo giovani, o forse perché eravamo accecati dall’amore per loro e siamo stati sempre uniti, non so darti una spiegazione ma non c’è stato un periodo critico. Secondo me ogni passaggio della crescita va vissuto sempre con amore, così non ti accorgi nemmeno se e più faticoso di altri.

Com’era il loro rapporto da piccoli e com’è adesso?

I ragazzi tra di loro hanno un legame che noi umani non capiremo mai. Da piccolini si mettevano a piangere se un fratellino si faceva male o se veniva rimproverato. Ognuno sentiva il malessere degli altri.
Da grandi poi il legame è cresciuto. A volte discutono per incomprensioni banali su motori o ragazze, è capitato un paio di volte per la scuola, ma tutto qui. Alle superiori si sono coalizzati per difendere uno dei quattro. Hanno fatto un casino perché “nostro fratello non si tocca”. La preside ha dato loro ragione: venivano derisi perché erano più piccoli e dovevano dare soldi o panini ai bulli di turno invece, purtroppo per gli altri malcapitati, si sono ritrovati contro quattro gemelli. Adesso che mi guardo attorno li vedo enormi, altissimi nei loro letti e penso a quanto sono fortunata.

Com’è la vita con 5 uomini (quasi) adulti?

Passare le giornate con cinque uomini per casa è roba da star! E che uomini aggiungerei 😉
Sono i miei uomini. Rifarei tutto, dal primo all’ultimo sacrificio. Tutto. Senza di loro io non sono niente.

Cosa significa per te gemellitudine?

Per me gemellitudine è svegliarmi e sentire la loro voce che mi chiama “mammina… mamma… bambola… pupa… bionda…”
Gemellitudine è amore raddoppiato, triplicato, quadruplicato, insomma infinito.

Un consiglio per le future mamme di gemelli?

Mai innervosirsi perché loro lo sentono. Mai scoraggiarsi, perché noi siamo fortunate ad avere loro. E mai confondersi sul da farsi, quando si è mamma di gemelli.

mamma di quattro gemelli

 

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