in vacanza con tre gemelli

Mamma Paola ci racconta cosa significa andare in vacanza con tre gemelli di 5 mesi #gemellitudineinvacanza

A inizio luglio avevo lanciato un contest fotografico su Facebook con cui invitavo le mamme di gemelli a pubblicare una foto che rappresentasse la loro Gemellitudine in vacanza.

La foto che ha ottenuto più like è quella di Paola, che oggi ci racconta la sua storia, tra gravidanza e parto, e ci dà qualche dritta per “sopravvivere” a una vacanza con tre gemelli di 5 mesi.

Età e nome dei twins

Aurora, Giada e Samuele, sono nati il 13 gennaio 2017.

“Sono 3”: come avete reagito?

Lo abbiamo saputo a rate…adesso ti racconto come è andata…

Alla prima ecografia sono andata da sola perché mio marito era a casa moribondo sul divano a causa di una colica renale. Quando la mia ginecologa ha visto due sacche, non è andata più a fondo, anche perchè ero solo al primo mese e mezzo ed io ero già contentissima così. Avevamo sempre fantasticato sull’idea di avere 2 gemelli, magari una femmina e un maschio!

Alla seconda ecografia è venuto anche il mio maritino e c’è ne siamo accorti da soli. La ginecologa ha acceso l’ecografo e mentre stava finendo di sistemare gli attrezzi, noi sul monitor abbiamo visto 3 “cavallucci marini” e abbiamo esclamato “Ma dottoressa quelli sono tre???” e lei sorridendo ci ha risposto “adesso controlliamo meglio” ma avevamo già capito tutto!

Eravamo contenti, spaventati, esterrefatti, ci si è stampato un sorriso plastico sul viso, ridevamo nervosamente ma felicissimi della notizia. Dopo due ore, tonati a casa, la tensione è scemata ed è rimasta la felicità e la paura di una gravidanza così a rischio. Non ci ha mai spaventato il dopo ma solo il durante.

Come è stata la gravidanza?

Fisicamente parlando, stupenda: mai una nausea, mai un problema. Dal 3º mese sono rimasta a casa dal lavoro e uscivo solo per le visite in ospedale, ogni 15 giorni fino all’8ºmese. Non mi pesava neanche la pancia.

Dall’8º ha cominciato a essere dura: non trovavo più una posizione comoda, né sul divano, né sulla sedia e nemmeno sulla poltrona. Ero comoda solo a letto!

L’ultima settimana è stata una tragedia. Ormai avevo messo 18 kg di sola pancia, tutti gli angoli di casa erano miei, non riuscivo a mettermi né i pantaloni né le calze da sola. Non vedevo l’ora che arrivasse il 13 gennaio, data in cui era fissato il cesareo. Non avrei retto una settimana in più!

Psicologicamente parlando…pesantissima! Ci siamo trovati davanti a bivi in cui scegliere ed emozioni da tenere a freno, perché sarebbero potute finire tutto da un momento all’altro.

La prima scelta difficile l’abbiamo dovuta affrontare a 12 settimane (in piego agosto) quando ci hanno proposto l’embrioriduzione per aumentare la possibilità di sopravvivenza dei due restanti: le bimbe erano nella stessa placenta e c’era il rischio della trasfusione feto-fetale. Avevamo 2 gg per decidere!!!

Poi quando ci hanno sconsigliato sia l’amniocentesi che la villocentesi, perché tropo rischiose, e abbiamo fatto solo la traslucenza nucale.

Nel primo caso quando siamo usciti dall’ambulatorio io e mio marito ci siamo guardati negli occhi e senza dirci nulla abbiamo girato la macchina destinazione mare. Nel secondo ci siamo affidati alla sorte, anche se un pò di paura c’era.

Poi, ogni 15 giorni, al controllo ecografico sempre con il fiato sospeso, finchè non facevano il giro di tutti e 3 e ci dicevano che andava tutto bene e che i liquidi erano normali.

Uscivamo dall’ambulatorio felici ma già preoccupati per la visita successiva.

Ci racconti il giorno del parto?

Finalmente era arrivato il 13 gennaio, ero a 34 settimane (2 in più dell’obiettivo che si erano prefissati i medici a inizio gravidanza). Mi sono presentata in ospedale sulle mie gambe accompagnata da mio marito, non abbiamo voluto nessun altro con noi.

Mi hanno preparata per il cesareo insieme ad altre tre ragazze e ho cominciato ad avere un po’ di fifa – Andrà tutto? Staranno bene tutti e 3? – Mi portarono per prima in sala operatoria perché era il cesareo più difficile della mattinata e la fifa è salita a 1000.

Sentivo freddo, tremavo, avevo tremila pensieri e nessun pensiero. Ho un ricordo nitido ma confuso. Sapevo che c’erano tante persone in sala operatoria: un’equipe per me, tre equipe per i gemelli e tanti specializzandi e dottori che volevano vedere il cesareo di una trigemina.

E mio marito fuori dalla sala operatoria, solo, senza notizie e tutti gli amori della sua vita sotto i ferri. Dice che in quella mezz’ora, finchè non sono usciti i gemelli, a distanza di tre minuti uno dall’altro, ha perso un anno di vita.

I bimbi sono stati bene da subito e io pure ma ormai contavo poco. Ero già passata al secondo posto! Pesavano Samuele 1870, Aurora 1785 e Giada 1740 grammi. A causa del peso ridotto hanno fatto un mesetto di terapia intensiva e poi tutti a casa.

Perché avete scelto di fare la prima vacanza con i gemelli al mare?

Per noi estate vuol dire mare e abbiamo scelto una delle mete note per famiglie, ossia Riccione.

L’albergo ci è stato consigliato da amici. Era piccolo, a conduzione famigliare, rinnovato negli interni ma, soprattutto, piscina riscaldata tutto l’anno e abbiamo subito pensato che sarebbe stata l’occasione giusta per avvicinare i gemelli all’acqua in un ambiente tranquillo.

Siete partiti soli o con i rinforzi?

Siamo partiti con le due nonne anche perché mio marito ha fatto solo cinque dei dieci giorni trascorsi a Riccione. Abbiamo volutamente prenotato due camere a piani diversi, così quando c’era lui le nonne si facevano un pó da parte ma quando lui non c’era mi aiutavano a tempo pieno!

Com’era la vostra giornata di vacanza tipo?

L’esatto opposto di quella dell’anno prima:

Ore 08.00 pappa e poi nanna

Ore 11.00 bagnetto in piscina

Ore 12.00 pappa e poi nanna

Ore 16.00 pappa e un’oretta di nanna

Ore 18.00 giretto in centro

Ore 19.30 pappa e poi nanna

Ore 23.30 pappa e poi nanna fino alla mattina dopo….sono dei grandi dormiglioni!

Abbiamo provato a portali anche in spiaggia ma erano ancora troppo piccoli (5 mesi e mezzo), non si reggevano ancora seduti e tre su un lettino era un po’ pericoloso. Per terra la salvietta si riempiva subito di sabbia e poi faceva troppo caldo. Sarà per l’anno prossimo.

Una cosa che vi spaventava e che invece si è rivelata più facile del previsto?

Due cose ci spaventavano:

  • fare coda in autostrada, visto che già il viaggio prevedeva quattro ore con traffico regolare ma, partendo di venerdì mattina e tornando di lunedì, siamo andati via lisci
  • che non dormissero, visto che dopo i pasti fanno sempre un giretto sulla loro altalena (che ovviamente non c’eravamo portati) oppure dondoliamo il lettino che ha le ruote, mentre in albergo ci hanno dato dei lettini da campeggio senza ruote. L’aria del mare però ha fatto loro bene perché dopo ogni pappa crollavano sempre!

Una che invece avete sottovalutato e che vi ha messo in difficoltà?

La sala ristorante e la camera non al piano terra, che dovevo essere raggiunte con un ascensore dove non ci stava il passeggino triplo in linea (ma sarebbe stata la stessa cosa anche con un passeggino doppio). Ogni volta dovevamo spostarli su tre passeggini singoli che ci avevano prestato in albergo.

Inoltre le luci e il rumore della sala ristorante che non sopportavano affatto,  costringendoci ad andare a mangiare a turni!

Gli indispensabili per le vacanze al mare con 3 gemelli piccoli?

Due nonne, oltre a papà e mamma.

Una camera ampia dove poter mettere tutte le loro cose, dallo scalda-biberon allo sterilizzatore senza dover dipendere dai servizi dell’hotel.

Cosa consiglieresti ai genitori che devono partire per la prima vacanza con i gemelli?

Di avere almeno un rapporto 1:1 adulto/bambino soprattutto se sono piccolissimi.

Scegliere una meta non troppo lontana che permetta di fare lunghe passeggiate su terreni pianeggianti (il passeggino da spingere sotto il sole è pesante!). Noi a Riccione ci siamo trovati benissimo: strade interne all’ombra durante il giorno e lungomare piastrellato per la sera (perché di giorno è picchiato al sole) negozi a volontà per qualsiasi esigenza dei bimbi (vestiti, pannolini, farmacie…).

Prenotare un hotel piccolo ma dotato di servizi dove se hai bisogno di qualcosa si fanno in quattro per aiutarti.

Prossima meta?

Lago di Garda ad agosto ma questa volta saremo solo io e mio marito con i tre gemelli nel pieno dello svezzamento. Speriamo di sopravvivere!

Cos’è per te la Gemellitudine?

Per il momento paure e felicità triple ma sono ancora così piccoli…richiedimelo tra un anno!

 

 

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