Oggi finalmente si conclude la settimana più lunga dell’anno.
Visto il periodo, qualcuno potrebbe pensare che si tratti di quella settimana che precede la partenza per le vacanze, e che ti sembra fatta di settantacinque giorni da sessantotto ore ciascuno. Invece no. Quella deve ancora arrivare. Questa era anche peggio perché era quella settimana di luglio che, ormai da due anni, le mie figlie passano in vacanza con la zia. 
“Ecchebbello!” direte voi “fortunata!!!”.
Diciamo che non posso parlare di sfiga, considerando anche che i miei genitori sono in vacanza e che mi sarei dovuta organizzare per piazzare le bambine da qualche parte, ringrazio la zia e la faccio Santa subito. Però non bisogna ignorare lo stato d’animo di una povera mamma lavoratrice, abbandonata dalle figlie al caldo e nell’afa della città.
Così come lo scorso anno, in prossimità della partenza, mi sono fatta una lista delle cose che avrei voluto fare.
Avete presente tutte quelle cose che i bambini detestano fare e che siete quindi sempre costrette a rimandare?
Un’ora e mezza di estetista, un’ora di parrucchiera, giro di shopping sotto il sole cocente di Milano, cena con le amiche/colleghe, passeggiata di due ore al lago alla scoperta di posti nuovi (che meritano pure un post), “ripulisti” della cameretta, ma anche semplicemente stare due ore affondata nel divano a guardare la mia serie preferita senza interruzioni. Siamo anche andati a mangiare al “Giappo” ma questo non rientra nella lista perché le mie bambine adorano mangiare giapponese.
E sono piuttosto soddisfatta perché queste cose le ho fatte davvero tutte. Avrei aggiunto un altro paio di cosine alla lista, ma non ho potuto sfruttare le notti perché comunque per noi è stata una settimana lavorativa a tutti gli effetti.
In realtà quando ero impegnata in una delle mie molteplici attività, riuscivo anche a non pensare troppo e a non preoccuparmi eccessivamente per le mie bambine (avranno mangiato? Avranno dormito? Avranno messo la protezione solare? Si saranno scottate le spalle? Si saranno lavate bene i capelli? E i denti tre volte al giorno? Avranno fatto la cacca tutti i giorni??????).
Quello che mi fregava, erano quei momenti di pace e di tranquillità, in cui mi sarei dovuta rilassare avvolta da un insolito silenzio in casa e invece mi facevo prendere dall’ansia e dalla nostalgia.
Il silenzio passava da insolito a inquietante e i momenti di tranquillità si trasformavano in noia.
Lo so che staccare un po’ la spina mi avrà fatto sicuramente bene, ma quasi quasi mi sono mancate anche le loro liti e i loro capricci. E so anche che mi pentirò di avere scritto questa frase.
Il problema è che ho paura che possano stare bene anche senza di me e che io per loro non sia più tanto indispensabile. E del resto in un magnifico villaggio con piscina e acqua-scivoli, in compagnia dei cuginetti, perché dovrebbero pensare alla mamma?
Ovviamente l’importante è che siano serene, ma quando le sento al telefono e mi dicono “mamma, qui è bello, mi piace, però voglio venire a casa perché mi mancate tanto e voglio stare con voi!!” mi sento di nuovo importante.
Forse non è ancora il momento di tagliare completamente il cordone ombelicale!!

1 Comment

  1. anche io fino a qualche anno fa pensavo che i miei figli senza di me avrebbero potuto cavarsela benissimo, non sentire la nostalgia e di diventare non essere sufficientemente indispensabile per loro. per cui, da gelosina, non li ho mai lasciati oltre le normali necessità di lavoro. fino a qualche anno fa, appunto. ora che ho capito che non è così, che qualche giorno li lascerei volentieri, ecco che non è più possibile. il grande non ne vuole sapere di fare dei giorni di vacanza lontano dalla famiglia e i nonni, ormai non abituati, non pensano neppure a tenerli in villeggiatura. quindi goditi la tua settimana all'anno e al bando la malinconia!

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