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immagine dal web
La scorsa settimana ho firmato una verifica di matematica che N mi ha mostrato tutta orgogliosa, perché nell’angolo del foglio c’era un bel 10 scritto con la penna rossa.
Subito dopo, come ogni sabato mattina, ha iniziato a fare i compiti, ma rispetto alle altre volte era molto più svogliata e meno attenta.

Sua sorella M, nonostante avesse più esercizi da fare, ha terminato prima e l’ha anche aiutata a capire come fare somme e sottrazioni applicando una di quelle mille regole che fanno sentire babbione un genitore.

Avremo anche scritto i risultati con il mio sangue, ma alla fine ce l’abbiamo fatta.

Il mio infallibile e modesto istinto mi diceva che c’era sotto qualcosa…
Il lunedì seguente il solito tram-tram: porto a scuola le gemelle, le vado a riprendere, chiedo loro della giornata, rispondono a sillabe, le porto a danza, le vado a riprendere, andiamo a casa…doccia, phon, cena, nanna (sì, mi piace usare ancora questo termine!).
Come ogni sera, mentre dormono, preparo i buoni mensa e li inserisco nel diario. Uno sguardo veloce agli avvisi: comitato genitori…portare la colla (un’altra?! Ma la mangiano?)…confermare il colloquio con gli insegnanti fissato per…e…E’ NECESSARIO FIRMARE LA VERIFICA DI STORIA!
Scritto a caratteri cubitali dalla maestra. Ma non l’avevo già firmata? Ah no, era quella di matematica…quella col 10, eh!
Ho rovistato nella cartella in cerca di un foglio volante e invece ritrovo quello stesso libricino verde che non si sapeva bene perché fosse stato portato a casa già nel week-end. Stupida io! Ancora non ho imparato che la maestra non sbaglia mai e non fa mai niente per caso!
Ho iniziato a sfogliare. Geografia…scienze…ah ecco: storia. Storia…5??????!!!! C-i-n-q-u-e i-n-s-t-o-r-i-a?!
E mica sulla Rivoluzione Francese!! Tre vignette da mettere in sequenza. Due bambini al parco che si contendono un’altalena. Cosa accade prima, dopo e infine. Come si fa a prendere cinque?
A sette anni si può. Si può anche pensare che un bambino che corre vicino all’entrata del PARCO non sta per entrare ma se ne sta andando ed ecco che la storia viene stravolta…
All’inizio penso “poverina, può succedere”. Ma poi no. Non doveva tenermi nascosto un brutto voto. E non doveva cercare inutili scuse perché ha avuto sabato e domenica per ricordarsene. Poi il lunedì, con tanto di avviso della maestra. Ma niente. Niente.
Ma sono stata bravissima. Il martedì mattina le ho spiegato che non deve avere paura di parlare con mamma e papà, che non deve preoccuparsi per i brutti voti, perché è una bambina intelligente e queste cose si superano. Le ho fatto un lungo discorso sulla sincerità, sulla fiducia reciproca, ecc. ecc. e l’ho portata a scuola come se niente fosse successo.
Ha capito. Il martedì pomeriggio è stata così sincera da dirmi che la maestra aveva messo in castigo lei e la sua amica, perché durante il pranzo si erano alzate dal posto senza permesso.
E io sono stata così sincera da dirle che sabato sera non sarebbe andata al pigiama party della sua amica, perché sul comportamento e l’educazione non transigiamo.
Domani ho il colloquio con le insegnanti. So già che saranno sincere anche loro. 

4 Comments

  1. te lo stavo per dire quasi prima di finire di leggere un cinque a questa età è sempre per il comportamento è capitato anche ad una mia amica, sono certa che la tua cucciola ha capito e non lo rifarà capita a tutti di sbagliare…

  2. Ma anche tu hai l'impressione quando ricevi queste scritte a caratteri cubitali dalle maestre di esser sgridata a tua volta? Io ho questa bruttissima sensazione.
    Pensa che mio figlio l'altro giorno ha preso anche lui un 5 e sai cosa mi ha detto? “Mamma oggi ho preso 5 in geografia, ma non ne voglio parlare” furbo o no il ragazzino? Una ne pensano e cento ne fanno!

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