signora 
Qualche giorno fa dal fruttivendolo c’era la signora Eugenia. Ha comprato un po’ d’aglio e di cipolla perché fanno bene e li aveva terminati.
Io ho preso qualche albicocca e delle pesche per le gemelle ed Eugenia mi ha detto che anche le sue nipoti sono gemelle. Hanno 23 anni e sono laureate.
“Una ha studiato all’università, nella facoltà di lettere e filosofia e poi è andata in Inghilterra a studiare Cinema. Ha affittato un appartamento a Londra con una ragazza indiana, perché l’Inghilterra è cara e da sola non poteva permetterselo. Sono diventate molto amiche. Quando è tornata in India, voleva portarsi dietro mia nipote, ma lei non se l’è sentita di andare. Lei sa che in India si passa dai grattacieli dei super ricchi alle baracche dei poveracci? E’ un paese troppo diverso dall’Italia!”

“Sì, signora Eugenia. L’ho sentito dire”

“Mia nipote è proprio brava. Si figuri che quando andava all’università, le hanno proposto di andare per un anno intero in Giappone a studiare. Tutto pagato. Sua mamma non voleva farla andare ma io le ho detto che doveva andare perché per una volta che era tutto pagato… E poi quando le sarebbe più ricapitato di andare in Giappone? Ci vogliono un sacco di soldi per andare fino là. Solo l’aereo costa quanto uno stipendio… Lo sa?”

“Sì, signora Eugenia. Me l’hanno detto”

“Comunque noi siamo dei poveretti. Il governo non ci dà certezze e i nostri giovani non trovano lavoro. Dove andremo a finire? Io mi ricordo quando lavoravo improprio… Ai miei tempi non dovevi investire tutti quei soldi per avviare un’attività… e io e mio marito ce la siamo portata avanti tutta la vita senza problemi. E non c’erano così tante tasse. Adesso aprono e poi chiudono il giorno dopo, perché pagano più tasse di quello che guadagnano.
Io non lo so che futuro avranno questi giovani. Io non so niente perché non ho studiato e non capisco niente, ma spero che possano stare tutti bene. Anche quei poverini che scappano dall’Africa perché nei loro paesi c’è la guerra, la povertà… Adesso vado a casa… Se potessi andare ancora in bicicletta… Ma con queste gambe non riesco più a pedalare e sono costretta a spostarmi solo qui nel quartiere. Ma vorrei andare in centro…”

“Perché non prende l’autobus? Si ferma proprio qui davanti e la lascia in centro”

“No, non l’ho mai preso l’autobus, non so che numero prendere e che giro faccia…”

“Mi sembra che sia il 3. Passa dall’ospedale e poi è subito in centro”

“No, non è più il 3. L’assessore ha cambiato tutto. Adesso è il 2. Il giro è più lungo ma poi passa per il centro.”

“Allora può provare a prenderlo. L’edicola qui di fronte vende i biglietti.”

“No, no, perché poi mi perdo. Adesso vado a casa a preparare l’arrosto. Ma mica quelle schifezze con panna e salsine varie. Io lo faccio con un bel soffritto di aglio e cipolla e viene buonissimo. Stia bene e saluti le sue gemelline”

“Grazie per la chiacchierata signora Eugenia. Arrivederci.”

Ho deciso che voglio arrivare a 83 anni, senza sapere nulla come la signora Eugenia.

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