GEMELLI

Quando ho saputo di essere incinta è scomparsa la stanza che avevo intorno.

Ho creduto che mi avessero attaccato un paio di ali e che avrei potuto fluttuare nell’aria come Cupido. Guardavo il test di gravidanza, poggiato sul bidet qualche minuto prima con l’assoluta certezza che fosse un altro negativo. Invece le linee c’erano. Due. Nitide, rosa, belle. Nemmeno una giornata di sole avrebbe saputo portare tanta luce come la rivelazione di ciò che stava accadendo dentro di me.

Quella gravidanza non era capitata…né voluta e basta. Era stata rincorsa come si insegue un sogno, come si insegue un ideale, un desiderio, un bisogno… che non ti fa dormire la notte. Ed ora, stanca ma felice, potevo forse iniziare a respirare una nuova aria.

Ma non è stato così. All inizio della sesta settimana, piccole macchie di sangue minacciano la mia preziosa realtà. E poco romanticamente solo al pronto soccorso scopriamo che i bimbi capricciosi sono due, e non uno: gravidanza bicoriale biamniotica. Bi Bi. Due gemelli che avrebbero potuto essere o entrambi maschi o entrambe femmine o uno e uno…insomma non identici. E di identico non avrebbero avuto nemmeno un calzino, a prescindere dalle loro fattezze. Sarebbero cresciuti ognuno con la propria individualità.

Una settimana di ospedale e 20 giorni di assoluto riposo mettono in salvo la mia immensa fortuna. Da lì, tutta in discesa, la pancia cresce, io tengo il peso sotto controllo grazie ad una dieta (prenderò 14 chili totali) ma gambe, piedi e mani si gonfiano con l’avvicinarsi del periodo caldo.

Vivo quotidianamente: ho paura di comprare un ciuccio o di prenotare il trio. Ho la convinzione perenne che qualcosa possa andare storto. Saranno forse gli ormoni sballati, ma riesco persino a convincermi che sarà cosi e ci piango. Più di una volta.

Invece, tutte le mie angosce svaniscono dalle 12:40 in poi del 28 Maggio 2013: un taglio, un gemito, le braccia dell’infermiera che delicatamente adagiano uno dei due bimbi su di me. Mizzica! riesco persino a ridere per quanto sia buffo. Gli dico “benvenuto al mondo Thomas”

Il primo gemello intanto, nato due minuti prima, un pizzico sottopeso, sta completando la visita di controllo post-natale. Riuscirò ad abbracciarlo, in quello che sembra essere un microsecondo, solo poco dopo Thomas; dopodiché  potremo vedere Samuele attraverso l’incubatrice, dove resterà, fortunatamente, solo un paio di giorni.

Il primo giugno la nostra meravigliosa avventura di genitori ha inizio: tutti fuori dalla clinica. Finalmente. Domani è festa. Benvenuti nella nostra Repubblica Italiana. Siete a Roma. Siete a casa!

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