due gemelle e una sorpresa speciale

Twinterviste: tre figlie, due gemelle e una sorpresa speciale

Oggi vi racconto una storia, la storia di Silvia, mamma di Giulia, 5 anni, e Gaia e Greta, due gemelle di 2 anni e mezzo.
Silvia è una donna solare e positiva, ma dietro ai suoi sorrisi si nasconde un percorso tortuoso e la diagnosi di un’endometriosi grave che minacciava il suo desiderio di maternità.
Oggi è una super mamma, non solo perché riesce a conciliare il lavoro con le esigenze di tre bambine piccole, ma anche perché vive con grande coraggio una gemellitudine speciale che l’ha messa a dura prova fin dalla prima ecografia.

Questa è la storia di un amore vero, puro e incondizionato. Quello che ti fa riscoprire la felicità anche quando sembra che questa ti abbia voltato le spalle. Quello che una mamma prova per i propri figli e che fa trovare la forza di affrontare ogni giornata con il sorriso sulle labbra nonostante le avversità.

“Qual è stata la tua reazione quando hai scoperto di aspettare due gemelle?

Era il gennaio del 2013 e la mia amica continuava a dirmi “fai il test va’, che hai la faccia da gravida”. Io non ci pensavo perché a settembre avevo subito un raschiamento e credevo il ciclo si dovesse regolarizzare, e invece.
Feci il test di gravidanza, risultò positivo e chiamai il ginecologo che mi mandò subito a fare le beta. Dall’esito mi sembrarono altissime.
Durante l’ecografia il dottore mi chiese “Cos’è quella cosa lì?”. Mi irrigidii per paura di un altro raschiamento, ma poi mi disse che c’erano due embrioni e che probabilmente uno si sarebbe riassorbito perché era piccolo e non c’era battito. Il compagno disse che a lui sembrava che il battito ci fosse, così il ginecologo si spostò su quel puntino e in un attimo ecco lì la mia bambina con un battito perfetto. E il ginecologo dichiarò “sono due”. Ero felice ma anche incredula e stranita.

Com’è stata la gravidanza gemellare rispetto alla prima (singola)?

C’è da dire che Giulia, la mia prima figlia, non arrivava mai. Dopo mille visite ed esami erano gia passati tre anni e avevo iniziato un percorso per provare ad accettare che in famiglia saremmo stati solo noi due.
Dopo avere scartato l’ipotesi dell’adozione e aver finalmente accettato la situazione, dal nulla arrivò lei, concepita a San Valentino e scoperta esattamente cinque settimane dopo.
La felicità mi ha accompagnato per i 9 mesi. Ho fatto corso pre-parto, il corso di nuoto per gestanti (anche se non so nuotare) e mi sono divertita tantissimo. Ero spensierata e l’ho vissuta come una miracolata.

La gravidanza gemellare è stata molto difficile. Non per complicanze ma avevo Giulia piccola e richiedeva attenzioni. Lo stress quotidiano di correre dietro a tutto, la casa da pulire, il non riposare mi uccideva. Ero felicissima, ma non più spensierata come la prima volta.

Come sono stati i due parti?

Ho fatto due cesarei ma grazie a Giulia ho scoperto le gioie del travaglio: ricoverata di venerdì alle 6:00 della mattina mi hanno fatto prima l’induzione con fettuccia, poi con gel e infine con ossitocina, grazie alla quale mi sono dilatata di ben 2 centimetri. Poi è subentrata la febbre e mi hanno fatto il taglio cesareo.

Per le gemelle invece taglio cesareo programmato alla 38^ settimana di gravidanza.
Ero preoccupata per Giulia, che non mi avrebbe vista per ore. Mi sentivo in colpa e avevo paura di farle mancare qualcosa. Poi arrivai in sala operatoria e l’ansia mi passò perché mi sentivo a casa (lavoro in ospedale)…avrei potuto aprire io i ferri 😉
Mi fecero la spinale. Mano divina, non sentii nulla. Alle 11:19 la prima a nascere fu Gaia ma il ginecologo mi fece vedere prima la Greta, nata alle 11:21, piccola, brutta, tutta sporca e di colore violaceo.
Ma da subito la felicità lascia il posto al dubbio…
Noi mamme abbiamo una specie di sesto senso. Guardavo Gaia e pensavo che avesse la faccina da vecchia. Greta era bruttarella pure lei, ma con una fisionomia comune.
La mattina seguente il primario di pediatria mi disse che c’erano dei dubbi e che volevano fare degli accertamenti per Gaia.
All’inizio non volevo ma poi ho pensato che se non avessi scoperto cosa avesse Gaia non mi sarei mai perdonata una scelta sbagliata.
Il ricovero è durato più di 5 giorni e ogni giorno mi arrivava una batosta diversa ma ringrazio ogni giorno il Signore che mi ha fatto incontrare medici professionali e preparati.
Infatti la capo sala della nursery aveva capito subito dopo il parto che che c’era qualcosa che non andava. Aveva misurato Gaia dieci volte perché era piccina e con una fisionomia particolare.
Il quarto giorno arrivò la batosta più grande: mi chiamarono a colloquio e iniziano a parlare di patologia genetica/cromosomica rara e per me da quel momento è cambiato tutto.
Ho capito le rughe, il faccino da vecchietta e tante altre cose che una mamma non vorrebbe mai vedere né affrontare. Quello è stato in assoluto il momento più difficile di tutta la mia vita ma ho deciso che dovevo reagire, lo dovevo a me e a Gaia.
Una volta a casa chiamai la mia pediatra (ex genetista) e le ho spiegai tutto. Visitò la bimba e prima ancora dei risultati scoprii che sindrome aveva mia figlia cosa mi sarei dovuta aspettare.
Decisi così di andare in terapia per capire, accettare ed essere in grado di aiutare Gaia al meglio durante la sua crescita.

Nei momenti difficili hai trovato più solidarietà o indifferenza?

Proprio pochi giorni fa pubblicando una mia foto su Facebook per la giornata delle malattie rare, alcune mamme di gemelli che considero amiche (pur non avendo mai incontrato la maggior parte di esse) mi hanno chiesto cosa avrebbero potuto fare per supportare la campagna, così ho spiegato che dovevano fare una foto con un cartello e postarla sulla pagina. Beh, hanno fatto molto di più: hanno avuto l’idea di prendere tutte le foto e fare un mosaico, perché come mi hanno detto “noi siamo lontane solo fisicamente” e io le sento veramente tanto. Sarò loro riconoscente perché il sostegno è molto importante e perché la solidarietà è molto più sentita quando non arriva da amici o parenti che sai che ti vogliono bene sempre.
Comunque in generale l’indifferenza si trova più negli enti pubblici perché la burocrazia non guarda in faccia niente e nessuno.

due gemelle e una sorpresa speciale

Quali sono le difficoltà che incontri ogni giorno nella gestione delle bambine?

Sono fortunata perché ho una suocera che mi da una grandissima mano, quindi per quanto mi riguarda… Santa Suocera subito !!!!!
La mia giornata inizia con la sveglia alle 5:40, visto che in ospedale faccio prettamente le mattine. Mi preparo, bacio veloce ai miei 4 amori ed esco. Il papà si occupa della sveglia, della preparazione e di arrivare all’asilo nel minor ritardo possibile .
Quando finisco di lavorare, tra le 14:00 e le 15:00, faccio una spesa veloce e poi vado a prendere Giulia all’asilo e Gaia e Greta dalla nonna… e sono già le 16.30.
A casa cerco di passare del tempo a giocare con loro prima che le mie forze mi abbandonino del tutto. Spesso mi butto per terra sul nostro tappetone e urlo “chi viene dalla mamma?” e mi ritrovo sommersa di amore baci e abbracci. Questo gioco lo inventai quando nel 2014 (le gemelle non avevano neppure un anno) mi ruppi il polso cadendo in casa. Due giorni prima dissi alla mia amica “se vado avanti così mi viene un infarto” mentre il destino scelse il polso …per fortuna. Fu allora che papà si rese conto davvero di quante cose facessi ogni giorno (ha anche ammesso di essere stato cieco).
Ci sono stati dei momenti difficili dove ho pensato di mollare la spugna perché mi sentivo sola, ma fortunatamente il peggio e passato.

Com’è il rapporto tra gemelle e sorelle?

Il rapporto tra le tre è molto tortuoso. Diciamo che i primi due anni mi ha dato quasi più da fare Giulia che le gemelle, per via della sua gelosia. Ora invece sono più tranquille, interagiscono di più e Giulia e più propositiva anche se credo che quando Gaia e Greta cresceranno le renderanno sicuramente tutte quelle che hanno preso ingiustamente, magari aggiungeranno qualche interesse.
Gaia adora Giulia. Appena la vede si illumina, la guarda con adorazione come se non la vedesse da un secolo e magari la poverina era andata solo a fare pipì.
Poi abbiamo il sodalizio Giulia+Greta contro Gaia perché Gaia è una zuccona e per ottenere quello che desidera cerca di sfinire le sorelle con pianti e pugni per terra. Ma le due hanno trovato un modo indolore per farla smettere: iniziano a cantare a squarcia gola e Gaia viene annientata nel suo lamento.
Poi ci sono quei rari momenti in cui si amano e si stropicciano di coccole tanto da consumarsi finché qualcuna urla “adesso basta coccole!”.
Cmq per esempio nelle rare volte che faccio pomeriggio mi piace dedicare a loro del tempo … e allora magari vado a svegliare Giulia le faccio i grattini e poi la scopro e la tiroper i piedi … ecco questa cosa la diverte e mi fa stare bene … Poi e la volta di Greta che mi guarda e mi dice tanto amore … e poi gaia che appena si sveglia mi guarda ride e mi dice tanta pazienza

Come avete affrontato e superato la gelosia di Giulia?

Quando sono rimasta incinta di Gaia e Greta, portavo Giulia due volte a settimana in uno spazio gioco dove ho avuto la fortuna dì incontrare delle educatrici veramente in gamba che mi hanno spiegato come comportarmi con l’arrivo delle sorelline.
Il primo anno e mezzo Giulia mi ha fatto sputare sangue in quanto a gelosia. Faceva i dispetti alle sorelle e le pizzicava. E’ passato del tempo ma io sento ancora nelle orecchie una frase che mi ripeteva sempre e mi faceva stare male “io voglio un’altra mamma”. Poi capii che lei non voleva un’altra mamma, ma voleva me prima delle sue sorelle, mentre io che pensavo di averle fatto il regalo più bello.
Decidemmo così di “privilegiare” lei a “discapito” delle gemelle: complice anche l’allattamento artificiale (la montata lattea non è mai arrivata a causa della scoperta della sindrome di Gaia) ci prendevamo un’ora tutta nostra al giorno e, quando si poteva, una volta al mese una mezza giornata con pranzo a due (andando a fare le signore come sostiene lei), una passeggiata, un cinema, insomma qualcosa che potesse darci la possibilità di stare bene insieme e da sole, fuori dalle mura di casa.
Adesso che è più grande questi momenti sono diventati meno frequenti ma di ottima qualità. Ci siamo avvicinate molto e credo che farò la stessa cosa anche con Gaia e Greta, separate chiaramente.
Ho passato mesi a chiedermi se stavo facendo la cosa giusta, se per lei non fosse troppo, ma la verità e che l’amore per i figli non si divide ma si moltiplica e io ho questo amore immenso che ogni giorno mi riempie il cuore di gioia. Ora mi rendo conto di amarle tutte e tre allo stesso modo, con un occhio di riguardo per Gaia, certo, e peccherò di modestia ma credo di essere severa e buona il giusto.

Cosa significa per te gemellitudine?

Essere profondamente diverse ma capirsi al volo. Questo essere uniche e così speciali l’una per l’altra.
E’ moltiplicare tutto, ogni sensazione, ogni emozione, ogni lacrima, ogni dolore, ogni sorriso e ogni battito di cuore.
E’ essere sicuri di non farcela per poi scoprire che invece ce la fai.
E’ essere sempre al centro delle loro attenzioni anche quando non sei al meglio e ti senti da buttare via.
E’ essere ripagati da sorrisi e abbracci doppi per tutte le notti insonne.

Quali consigli daresti alle future mamme di gemelli?

Il primo è seguire sempre il proprio istinto.
Se vi dovesse capitare un/a bambino/a speciale come la mia, sappiate che dopo la botta, dopo i sensi di colpa, dopo la rabbia, vi accorgerete che noi mamme abbiamo una forza dentro che mai avremmo pensato di avere.
Un’endocrinologa mi disse “quello che lei fa non è scontato né banale perché un bambino malato non è necessariamente un bambino amato. I bambini speciali il Signore non sempre li affida a genitori altrettanto speciali che li possano supportare e amare”
In quel preciso istante ho pensato che se qualcuno aveva deciso che io potessi andare bene per la mia piccolina, avevo il dovere di provare a fare del mio meglio.
Quindi mamme piangete, disperatevi ma l’importante è rialzarsi per i nostri piccini perché loro hanno bisogno di noi sempre, anche quando cammineranno in autonomia nel mondo.
Io mi sento una mamma fortunata, perché nonostante una diagnosi di endometriosi grave ho coronato il mio sogno.
Siate sempre positive anche quando pensate di non farcela, perché è proprio in quel momento che bisogna reagire.

Ringrazio Silvia per avere condiviso con noi la sua storia ma anche per avermi ricordato che la felicità la possiamo costruire giorno dopo giorno con le nostre forze, anche quando sembra averci voltato le spalle

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1 Comment

  1. Che storia emozionante!!! Grazie Laura per averla pubblicata e grazie a Silvia per averla condivisa con noi.

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