Ilaria, mamma dei gemelli George Youssef e Raphaël Malek, racconta la sua gemellitudine.

A inizio estate Ilaria mi aveva chiesto di potersi raccontare sul mio blog. Come sapete, mi fa sempre molto piacere conoscere le storie di altre mamme di gemelli e condividerle con voi e ho voluto aspettare settembre per presentarvela, perché non volevo che le vacanze la privassero dell’attenzione che merita.

Io mi sono emozionata tanto a leggerla e spero che, attraverso le sue parole, coglierete anche voi le emozioni e le gioie che regala la gemellitudine.

Come si chiamano i gemelli? Quanti anni hanno?

Ciao! Sono mamma di due gemelli (« gemellini » ormai é bandito in casa) che hanno da poco soffiato le 5 candeline. Sono nati a Parigi, in una torrida estate, da mamma Ilaria, italiana e papa Wajdi, tunisino.
I loro nomi sono il riassunto delle loro origini, George Youssef e Raphaël Malek. Mamma Ilaria ha scelto i nomi occidentali, papà Wajdi quelli arabi. Il principino George, come il Santo cavaliere cosi coraggioso da sconfiggere un drago; Youssef, un nome caro per la Bibbia e per il Corano.
Raphaël Malek é stato scelto in onore al pittore Raffaello ed i suoi cherubini (Malek, in arabo, significa angelo).

Sono omozigoti o eterozigoti?

George Y. e Raphaël M. sono gemelli eterozigoti e sono la prima coppia di gemelli maschi dopo ben nove coppie di gemelle femmine nella discendenza del papà. Sono due maschietti particolarmente differenti, sia fisicamente che caratterialmente: uno ha la corporatura mediterranea della mamma, l’altro quella più fine del papà; uno ha un temperamento più emotivo, l’altro più vivace. Qualche zia però, 5 anni dopo, ha ancora difficoltà a riconoscerli!
Una cosa li rende sicuramente identici : l’amore incondizionato per il (buon) cibo !

George Youssef e Raphaël Malek
“Sono due”: come avete reagito?

Qui in Francia la prima ecografia é programmata di solito dopo il terzo mese di gravidanza. Le forti nausee e la gran fatica si sono manifestate immediatamente e mi hanno spinto ad anticipare la visita dalla ginecologa. Ero da sola quel giorno, sicura che, con qualche buon consiglio, tutto si sarebbe risolto. Durante la visita medica, accennai alla ginecologa che nella
famiglia del papà ci fossero diverse generazioni di gemelli.
Ricordo bene il viso meravigliato della ginecologa dirmi « eh beh oui ! » ed io, chiederle spiegazioni, « ils sont des jumeaux ! ».
Lo stupore e la felicità per una notizia così inattesa, che avrebbe emozionato tutti i nostri cari, non potrò mai dimenticarli. Lo annunciai al papà per telefono, chiedendogli di mettersi seduto.
La sua reazione?
Comprò baguettes et le distribuì a tutti i bisognosi del quartiere, correndo, in segno di gratitudine per la benedizione ricevuta nel poter diventare papa di gemelli.
Ci raggiungemmo e andammo a festeggiare in un piccolo e grazioso ristorante libanese, che ci offrì dell’ottimo hummus di buon augurio.
In realtà, scoprii che sarei diventata mamma di due gemelli molti anni prima, in uno dei miei soggiorni in Congo: un uomo, conosciuto per essere un veggente, mi annunciò che la mia prima gravidanza sarebbe stata doppia. Il ricordo di quell’incontro mi ritornò in mente proprio il giorno della prima ecografia.

Com’è stata la gravidanza?

Passai i novi mesi della gravidanza con computer e libri sul pancione. Scoprii di essere incinta all’inizio dell’anno accademico e partorii il giorno dopo aver conseguito il Master.
Fu un anno eccezionale, coraggioso, diviso tra appuntamenti medici ed esami accademici, tra letture sulla maternità e riviste scientifiche.
Le nausee mi accompagnarono fino al quarto mese. Avevo
spicchi di limone sempre con me: in borsa, scendendo ad ogni fermata della metro turbata dalle nausee; sotto il cuscino, svegliandomi in piena notte dopo aver sognato di essere su una barca in piena tempesta !
Fino al quinto mese il pancione mi permise di muovermi autonomamente. Dal settimo mese, inizi ad avere difficoltà ad allacciare le scarpe o a portare la spesa. Mi organizzai con i vicini e gli aiuti del quartiere per continuare la routine. Al nono mese, avevo difficoltà a entrare nei mini ascensori parigini: George Y. et Raphael M. avevano superato i 3 kg l’uno !

Ci racconti il giorno del parto?

Il parto fu programmato per l’11 luglio. Visto il peso importante dei bambini e le settimane inoltrate di gravidanza, decisero di stimolare le contrazioni.
Il tassista venne a prendermi a casa intorno alle 6:30 del mattino: era così emozionato, che sbagliò strada e fummo costretti ad attraversare il centro di Parigi. Ricordo il Louvre illuminato dai primi raggi della giornata, il rumore del traffico parigino e quella sensazione di (ri)nascita che mi stava accompagnando.
Le contrazioni iniziarono poco dopo essere stata accolta in sala parto e durarono 25 ore: partorii il giorno dopo alle 8:20 con cesareo.
George Y. et Raphael R. erano due bambolotti.
La prima notte, mi occupai di due cuccioli a cui cantavo « Bébé Rico » (canzone congolese) ed allattavo, senza neanche sapere come si facesse.
Tre giorni dopo eravamo tutti insieme a casa.

Hai allattato naturalmente o sei dovuta ricorrere al latte artificiale?

Prima del parto, ero una di quelle donne da “io non allatterò mai!”.
Quando George Y. e Raphael M. nacquero, imposi a tutti (forse anche a me stessa) di non proporre nulla al di fuori della tetta.
Cercai il sostegno del latte artificiale in alcuni momenti della giornata.
«L’allattamento misto» lo chiamavano. Abbandonai l’allattamento naturale al sesto mese.
L’allattamento resta per me un ricordo di disperazione e tenerezza. Provai a chiedere consiglio (cercai la Leche League, senza aver mai energie, tempo e sostegno per chiamare) ma non abbastanza.
Mamme di gemelli, il vero segreto è saper chiedere supporto alle buone persone, per le proprie scelte!

Gemelli a scuola: nella stessa classe o in classi diversi?

George Y. et Raphael M. sono in classi diverse dal loro ultimo anno di nido.
La sfida che deve essere accettata quando si diventa mamma di gemelli è di riconoscere l’unicità di due esseri umani, simili per molti aspetti, sapendo coltivare l’amore fraterno che li lega, in maniera ancora più speciale.
Provo ad insegnare a George Y. e Raphaël M. a sapersi confrontare con
se stessi in funzione delle loro scelte, dei loro amici, delle loro passioni, delle loro difficoltà, sapendo che potranno contare su un fratello gemello che è giusto lì, alla porta accanto.
Certo, per mamma, é ancora una volta, lavoro doppio, in un tempo scolare che è lo stesso! Immaginate le riunioni di classe, lo stesso giorno, allo stesso orario, senza il dono dell’ubiquità…

Qual è stata la fase più difficile?

Indubbiamente i primi sei mesi. Vivere all’estero ed il papà occupato a pieno dal lavoro, non hanno aiutato ad affrontare i primi 6 mesi da neomamma di gemelli.
Il sonno era un sogno ad occhi aperti. Le difficoltà però andavano oltre alla mancanza di riposo e di energie : era complicato poter scendere a fare la spesa (e risalire con la spesa), andare in piscina (due adulti per due neonati, naturalmente), poter ricostruire spazi personali (non dico neanche farsi una doccia tranquilla, ma almeno mettere una crema sul viso la sera, sapendo che ormai è sera).
Ricordo che ebbi la forza di organizzare uscite con altre mamme italiane all’estero: i picnic che ne seguirono mi permisero di conoscere donne fantastiche che sono oggi delle zie impeccabili.
Affrontai questi mesi con coraggio e le difficoltà del momento una per una, senza mai perdere la speranza che le cose sarebbero cambiate.
Compiuti i loro 10 mesi circa, ricominciai a lavorare, qualche tempo dopo ci trasferimmo in un bellissimo appartamento con giardino, acquistai una macchina adatta a due seggiolini e ricominciai a sentire il profumo
della serenità, dell’autonomia ed il ritrovare il mio essere donna, oltre che mamma.
Da quando George Y et Raphaël M hanno iniziato a parlare (francese, con italiano ed arabo connessi) la situazione migliora di giorno in giorno : si esprimono, facendo domande, dandomi consigli (sull’accento!), spiegando quello che percepiscono, e potendo finalmente creare un legame che ho tanto sperato. Aspettando l’adolescenza, fiduciosa che saranno
sicuramente (fin troppo) autonomi rispetto i primi mesi.

gemelli maschi eterozigoti

Quanto dura e come viene regolato il congedo di maternità in Francia?

La gravidanza iniziò a novembre 2014 ed entrai in congedo maternità a maggio 2015 fino a gennaio 2016. Attualmente il congedo di maternità in Francia per una gravidanza gemellare è di 34 settimane. Esiste naturalmente anche il congedo per il papà di 18 giorni consecutivi.
È possibile prolungare la maternità con il congedo parentale per ben 3 anni (o fino alla materna, per i genitori di gemelli), senza il mantenimento del 100% del salario.

Che tipo di sostegni economici sono previsti in Francia per le famiglie? Esistono bonus per i genitori di gemelli?

Il sistema sociale francese supporta le famiglie di gemelli, non solo economicamente. Durante la gravidanza, dal 7 mese, ho potuto beneficiare di un aiuto domestico inviato dallo Stato per pochi centesimi l’ora.
Dopo la nascita di George Y e Raphael M, lo Stato ci permise di beneficiare di una figura di sostegno alle mamme (TISF – tipo Doula), che mi ha
accompagnata per più di un anno, venendo 2-3 volte alla settimana. Senza di lei, non credo che avrei mai trovato il coraggio di cui scrivevo poche righe più in alto.
L’associazione «Jumeaux et plus» ci propose degli incontri con altri genitori di gemelli e con una psicologa e ci lasciò in prestito gli ovetti ed il passeggino per 6 mesi.
La PMI é una struttura medica statale di quartiere dove si trovano diverse figure mediche (pediatra e psicologa, ma spesso anche ostetrica e ginecologa) che seguono le mamme ed i neonati, dalla nascita fino all’età dei 6 anni, in maniera gratuita. Non si possono consultare le pediatre della
PMI per visite mediche, ma per un controllo dello sviluppo dei bambini, che hanno tutti un «quaderno salute» con tutte le informazioni dalla nascita fino all’adolescenza.
La città di Parigi propone un bonus di 700 euro per i parigini, genitori di gemelli. Un bonus (doppio) è versato al 7° mese di gravidanza gemellare e degli assegni familiari dopo la nascita dei bambini fino ai loro 3 anni.
Dopo i 3 anni, fino anche all’età maggiore, è possibile beneficiare di un aiuto economico, in base all’ISEE della famiglia. Ogni sostegno economico,
dipende dalla situazione del nucleo familiare.
Per le famiglie particolarmente bisognose, è possibile usufruire anche di agevolazioni per avere pannolini e latte in polvere gratuiti.
A Parigi ci sono diversi negozi della Croce Rossa dove é possibile acquistare materiale di puericultura nuovo o usato a prezzi veramente
simbolici.
C’é un supporto più degli altri che mi agevola fino ad ora: quello per le baby-sitter. È stato possibile da subito assumere le nostre baby-sitter con un contratto a tempo indeterminato e ricevere una buona parte di rimborsi ogni mese, in funzione delle ore lavorate. Grazie alle nostre adorate baby-sitter, possiamo ritenerci veramente fortunati. A loro, dobbiamo ancora
oggi, buona parte della nostra serenità!
Sono felice di vivere in Francia, un Paese che ha saputo essere presente sempre nei miei momenti di difficoltà e mi ha permesso di poter cogliere opportunità lavorative coniugando la mia vita sociale e familiare.
Vive la France!

La domanda più assurda che ti abbiano fatto sui gemelli?

Una domanda che non scorderò mai mi fu fatta da una donna adulta che mi chiese se fossero nati nello stesso identico momento o con ore di distanza.
La seconda, fu un’operatrice telefonica che mi chiamò dicendomi che mi ero sbagliata a riempire un modulo: avevo messo la stessa data di nascita per i miei figli!
Tra gli aneddoti simpatici, ci sono gli incontri con persone di diverse origini (il Mali di solito predomina) che ci lasciano dei soldi: pare che incontrare dei gemelli sia augurio di buona fortuna in diversi paesi!

Cos’è per te la Gemellitudine?

La gemellitudine, per me, si riassume in questa frase :

Tutti coloro che conquisteranno la gioia dovranno dividerla. La felicità è nata gemella. (George Gordon Byron) 

Essere mamma di George Y et Raphael M. mi permette di amare ognuno di loro in maniera unica, avendo la fortuna di accompagnarli nella crescita, in un tempo comune: dalla loro prima ecografia, non smetto di sentirmi fortunata per questo dono speciale che ha sviluppato in me molto più di ciò che sono stata probabilmente capace di ridare loro fino ad oggi.
La Gemellitudine insegna che la condivisione raddoppia l’amore.

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