I cambiamenti stravolgono la nostra routine e le nostre certezze ma possono diventare anche opportunità.
Routine è una parola che viene spesso utilizzata con un’accezione negativa: un’abitudine monotona, per qualcuno addirittura deprimente.
Ma come per tutte le cose, solo quando ne veniamo privati, sappiamo riconoscerne il valore e la bellezza. Ci è voluta una pandemia per farci riscoprire la magnificenza delle piccole cose quotidiane!
Per mesi abbiamo provato un’incolmabile sensazione di vuoto. Ci siamo sentiti derubati delle nostre noiose abitudini, che fino a poco tempo prima avremmo regalato volentieri ad altri.
Tutto ciò che prima davamo per scontato è svanito nel nulla e ci siamo ritrovati catapultati in un universo parallelo, in una dimensione in cui le nostre certezze non avevano più né tempo né spazio.
Non potendo tornare indietro, molti hanno provato a guardare il cambiamento da un’altra prospettiva. E così ho fatto anch’io.
Dopo avere buttato il mio planning annuale nella spazzatura ed essermi sentita disorientata come Dorothy nel Regno di Oz, ho provato a godermi quell’insolito status di nullafacenza.
Tra un’uscita e l’altra con il mio cane, l’unica vera certezza, anche se nel limite dei 200 metri, ho iniziato a fare cose che non mi concedevo da anni o mai fatte prima.
Mi sono imposta di guardare quella situazione surreale come un’opportunità e mi sono adattata ai tempi fluidi.
La sveglia che suonava più tardi, il profumo dei dolci fatti in casa, la serie TV di cui tutti parlavano e che non ero ancora riuscita a vedere, il restyling della camera delle twins, il decluttering della cantina e i webinar sulla crescita personale che desideravo fare da tempo mi hanno aiutata a superare il lockdown quasi incolume.
Mentre mi domandavo come sarebbe stato il mondo dopo il coronavirus, maturavo una nuova consapevolezza: quanto mi mancasse la routine ma quanto sia bello, ogni tanto, vivere alla giornata. Perché la mente ha anche bisogno di allentare la presa e di evadere.
Per quanto desiderassi tornare alla normalità, quando poi il mondo si è impegnato a ripartire, mi sono sentita nuovamente spiazzata.
Nulla poteva più essere lasciato al caso, quindi prima che suonasse nuovamente la campanella di scuola, mi sono seduta a un tavolo coi miei pensieri. Non è stato semplice risolvere quel conflitto interiore, iniziato probabilmente molto prima del lockdown. Ho dovuto ammettere a me stessa che l’inconcludenza e la frustrazione per il mancato raggiungimento di alcuni obiettivi personali, erano solo causa mia e il frutto di cattive abitudini.
Mai come quest’anno, settembre è stato the new Capodanno, il nuovo inizio per eccellenza. Ho quindi deciso di ripartire da me e per farlo è stato necessario definire ex novo una sana routine mattutina.
Routine che ho dovuto ritoccare prima con l’ordinanza sulla chiusura delle scuole superiori, poi col DPCM che ha colorato di rosso la Lombardia.
È difficile rimanere in equilibrio su fili così instabili. Il cambiamento continuo ci mette a dura prova, così ho chiesto alla Dott.ssa Cristina Minotti qualche consiglio per non cadere… o almeno per attutire il colpo…
“Fermati.
Fermati per un momento.
Prova a guardare la tua vita. Dai un semplice sguardo indietro come se fossi per un istante di fronte ad una serie Netflix. Ma in questo caso si tratta della tua esistenza.
Ogni storia di vita si sviluppa su avventure, incontri, eventi (che non sempre controlliamo) con suspance e colpi di scena. Proviamo ad osservare tutto questo.
Adesso torniamo nel nostro qui e ora del presente che ci fa compagnia.
Stiamo percependo le emozioni che sono emerse?
Sono emozioni nate dal confronto tra il prima e il dopo.
Stiamo vivendo un momento storico complesso caratterizzato da incertezze, dubbi e forti preoccupazioni. Il nostro lavoro è stravolto, il nostro mondo sociale è obbligato a rallentare, le nostre abitudini vengono stravolte giorno dopo giorno.
Abbiamo perso determinati automatismi.
In tempi più leggeri se nominavamo un giorno della settimana, per esempio “sabato” , si creava nella nostra mente una lista più o meno certa delle cose da fare.
“Vado a fare la spesa, poi vado in palestra. Quando torno invito i miei amici a pranzo. Poi mi preparo per andare al cinema…”. Questa era la lista di M. 32 anni.
Attualmente ad ogni giorno della settimana è associato un “forse” “speriamo che…”.
Siamo nel bel mezzo di una transizione, uno sfondo in cui qualcosa accade. Una transizione è dominata dai punti di svolta, i momenti salienti in un periodo.
Un punto di svolta può insegnarci, può donarci consapevolezza e coraggio. Ma…
Un punto di svolta è in grado di stravolgere le nostre certezze generando ansia e pensieri. Tuttavia, se ben gestito ed elaborato può essere motore dello sviluppo personale.
Come possiamo prenderci cura del nostro punto di svolta in questo periodo?
- Stai nel momento che esiste, nel qui e ora
- Ascolta le tue emozioni
- Decidi cosa vuoi e cosa puoi controllare nella tua quotidianità
- Diminuisci il volume del passato e del futuro creando piccole abitudini nuove o mettendo in piedi piccoli o grandi progetti in grado di rispecchiare le tue passioni e i tuoi bisogni.
In questo modo scoprirai tante novità su di te e sui tuoi bisogni reali.
Stiamo vivendo un tempo difficile, ma non scordiamoci che la complessità lancia sempre la sfida alla nostra resilienza che produce cambiamenti costruttivi e crescita!”
Dott.ssa Cristina Minotti – psicologa dello sviluppo e dell’educazione
Sito web: www.cristinaminotti.it
Instagram: @cristinaminotti_