spiegare l'omosessualità a i bambini
Come spiegare l’omosessualità ai bambini.

Qualche giorno fa le mie bambine mi hanno chiesto il significato della parola “gay”.
Mi hanno un po’ spiazzata e, siccome non volevo improvvisare una risposta qualunque su un argomento così delicato, mi sono presa un po’ di tempo per trovare le parole giuste e dare loro le dovute spiegazioni.

Purtroppo già alle scuole primarie alcuni bambini vengono presi di mira e derisi dai compagni perché giocano con le femmine o preferiscono attività tipicamente femminili. E spesso vengono emarginati dal resto del gruppo perché definiti omosessuali. Ammesso e non concesso che si possa riconoscere con certezza l’orientamento sessuale di un bambino, quello che non concepisco sono la discriminazione e i preconcetti che non dovrebbero assolutamente appartenere a quella fascia d’età.

Vivo nel mondo delle favole? No. So anche che i bambini di oggi sono molto svegli e vedono e capiscono bene ciò che li circonda, ma la differenza sta nel modo in cui lo guardano. E purtroppo molto spesso non guardano la vita con i loro occhi innocenti ma con quelli degli adulti che condizionano il loro pensiero, costruendolo su pregiudizi e discriminazioni.

Indipendentemente dal nostro orientamento sessuale, dal nostro pensiero e da ciò che ci auguriamo per i nostri figli, credo sia importante un’educazione e un’informazione sull’omosessualità fin da quando sono bambini. La televisione e la vita quotidiana possono far sorgere loro molti dubbi e personalmente non vorrei mai che le mie figlie utilizzassero il termine “gay” senza conoscerne il significato o, peggio ancora, per etichettare o giudicare qualcuno.

Purtroppo la scuola italiana non affronta l’argomento prima delle scuole superiori e anche lì non è detto che siano previsti progetti informativi/formativi strutturati e proposti dall’istituto. Spesso è il singolo insegnante a decidere se affrontare l’argomento o meno, dovendo comunque considerare che potrebbe incontrare il dissenso di alcuni genitori.
Perché, è inutile negarlo, spesso si preferisce evitare di parlare di ciò che non si conosce o ci spaventa, così preferiamo tenere i nostri figli sotto una campana di vetro sia a scuola che a casa. Ma se da una parte posso capire che la scuola sia in una posizione delicata, dall’altra credo che sia giusto e doveroso parlarne almeno in famiglia.

Partendo dal presupposto che i bambini non sono maliziosi come gli adulti e che non è necessario entrare troppo nei dettagli, si può spiegare loro, con parole semplici, che esistono diverse forme di amore, così come esistono etnie, culture e religioni differenti, ma nessuna è migliore di un’altra.
Ed esistono famiglie con una mamma e un papà, altre con due papà o con due mamme. Famiglie diverse tra loro ma che hanno come denominatore comune l’amore.

Sicuramente alcuni temi sono più difficili da affrontare rispetto ad altri, ma con i bambini si può parlare di qualunque argomento, purché sia spiegato con parole adatte all’età e senza trasmettere loro ansia, imbarazzo o preoccupazione.
Se cercate le parole adatte per spiegare l’omosessualità ai bambini, guardate il mondo attraverso i loro occhi e usate le loro stesse parole.

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6 Comments

  1. Concordo con te e anche se capisco che non sia bello pensare che un domani nostro figlio possa scoprirsi omosessuale, perché incontrerebbe molto difficoltà, non comprendo questo astio verso l'orientamento sessuale altrui.
    L'amore e' amore e purché sia rispettoso dell'altro, non vedo cosa ci sia di male.
    Hai ragione, la questione va affrontata fin da quando sono bambini, perché non siano indotti a credere nei pregiudizi che molti veicolano.

  2. Ciao, sono Xavier, ho diciassette anni e sono omosessuale.
    Ho apprezzato molto il tuo post, l'educazione all'affettività dovrebbe cominciare in casa prima ancora che a scuola. Molte persone sono convinte che i bambini non siano in grado di capire, io non sono di quest'avviso, i bambini se ricevono le giuste spiegazione sono capaci di capire molto più degli adulti e a differenza di quest'ultimi non hanno pregiudizi.
    Capire di essere omosessuale e accettarsi è un processo lungo e in molti casi molto difficle perchè non tutti hanno delle famiglie capaci di sostenerci e accettarci per quello che siamo e erroneamente sono anche convinti che dall'omosessualità si può guarire. Questo è un errore, l'omosessualità non è una malattia e neppure una fase legata alla crescita. Noi siamo nati così e vorremmo essere davvero accettati, vorremmo che la gente capisse che non siamo “diversi” solo perchè amiamo persone del nostro stesso sesso.
    Un saluto
    Xavier

  3. Caro Xavier, purtroppo l'errore che si commette più frequentemente è proprio di credere che l'omosessualità sia una malattia da cui si “debba” guarire. Sono certa però che di fondo non ci sia sempre cattiveria…a volte è solo ignoranza o paura…ed è sempre la paura che condiziona molto anche alcuni genitori nell'accettare l'orientamento sessuale del figlio.
    Spero che le nuove generazioni possano imparare ad essere più tolleranti delle vecchie…
    Grazie per il tuo commento. Un abbraccio

  4. La maggior parte delle volte è la cattiveria che si nasconde dietro l'ignoranza o la paura e non pensare che le nuove generazioni siano più tolleranti, semplicemente mascherano meglio la loro omofobia.
    Per quanto riguarda i genitori, io mi reputo fortunato perchè mi sostengono e non si vergognano di quello che sono. L'unico consiglio che mi sento di dare a quei genitori che non riescono ad accettare i propri figli perchè omosessuali è di fermarsi ad ascoltarli veramente, di parlare e di non dimenticarsi che al mondo li hanno messi loro!
    Grazie a te per avermi dato questa opportunità di parlare di questo argomento.
    Un abbraccio

  5. Uh, i miei figli hanno davanti l'esempio dello zio…anzi degli zii, dato che mio cognato ha sposato il suo compagno durante un viaggio all'estero! Come scrivi tu, i bambini non sono maliziosi e quindi per i miei figli questi 2 zii non hanno assolutamente nulla di diverso dalle altre coppie!

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