Quello che fa molto riflettere è che i ragazzi sono consapevoli dei rischi che corrono. Lo dimostrano i risultati di un questionario che è stato sottoposto agli studenti di una scuola media.Alla domanda “Cosa ti viene in mente pensando alla rete?” le risposte più significative sono state:
- l’unione fra due mondi: quello reale e quello che ci piace
- un mare pieno di pesci e conchiglie
- comunicazione
- svago, rischio e pericolo
- pesci piccoli e pesci grossi
- pericolo nei tuoi confronti
- pedofilia, facebook, amici, youtube
- la rete è meno vita, meno divertimento, più pericolo
La consapevolezza del rischio c’è. E’ evidente. Ma ci sono anche tanti dubbi a cui i ragazzi non trovano risposte. Noi genitori dovremmo guidarli, proteggerli e dare loro le risposte che cercano ma…noi abbiamo quelle risposte?
La maggior parte dei genitori presenti conoscevamo Facebook e WhatsApp, ma ignoravano l’esistenza di molti altri social come Instagram e Tumblr che contano un elevato numero di utenti, per lo più giovani.Credo che l’errore più comune sia pensare che i selfie con la duck face, li facciano solo i figli degli altri o che chi scrive le proprie emozioni in un post sia un ragazzo disturbato o con problemi relazionali.
Non è così.
Le mode del momento, l’essere considerato più o meno popolare in base al numero dei contatti di Facebook, far parte del gruppo della classe su WhatsApp, condizionano molto. Ci sono svariati comportamenti comuni che espongono i nostri figli al rischio di cyberbullismo, adescamento, ricatto, pedofilia e chissà cos’altro.I ragazzi sono consapevoli di questi rischi e hanno paura, ma non vogliono essere esclusi dalle community virtuali. Cercano aiuto dai genitori per capire come muoversi, come proteggersi e sentirsi al sicuro.
Per un genitore è difficile avere il pieno controllo, men che meno se si ha una scarsa conoscenza delle dinamiche dei social network. Ma non possiamo porre dei divieti per evitare di affrontare il problema e di farci trovare impreparati.Secondo voi possiamo fare comunque qualcosa anche se non abbiamo un account Facebook, Twitter, Instagram…? Come possiamo affrontare le situazioni a rischio?
Intanto che ci pensiamo, riporto l’esempio di Janel Burley Hofmann, una mamma blogger, che per Natale ha regalato al figlio tredicenne uno smartphone, dettando però qualche saggia, semplice regola (potete trovare la traduzione in italiano, nell’articolo postato dal Corriere qui).
E vi saluto con un video di Smart Jokes “I fatti tuoi attraversano la rete?”
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=IoPMY1wVzmU]
2 Comments
Molto interessante…mi sa che dovrò aggiornarmi a lungo!
Non possiamo proprio lasciarci sfuggire niente!!